13 maggio 2025
Difetti visivi

Occhio secco e intervento laser occhi: cosa valutare prima dell’operazione

Quando si parla di laser occhi, l’attenzione si concentra spesso sui risultati: dire addio agli occhiali o alle lenti a contatto è senza dubbio una motivazione forte per chi soffre di difetti visivi. Tuttavia, quando si soffre di occhio secco, è ancora più importante analizzare a fondo le condizioni oculari preesistenti per garantire il successo di un intervento laser agli occhi, effettuato spesso con tecniche avanzate come la Femto-LASIK.

Occhio secco: una condizione comune, ma da non ignorare

L’occhio secco è una problematica molto diffusa, soprattutto tra chi passa molte ore davanti agli schermi oppure vive in ambienti con aria condizionata o inquinamento atmosferico. I sintomi possono includere bruciore, prurito, visione sfocata, sensibilità alla luce e una sensazione costante di sabbia negli occhi. A volte, può presentarsi anche un’eccessiva lacrimazione riflessa, paradossalmente causata proprio dalla secchezza.

Durante le visite preoperatorie in cui si verifica l’idoneità all’intervento, è fondamentale valutare attentamente la secchezza oculare. L’obiettivo è quello di ottenere i migliori risultati dall’intervento laser agli occhi e di ridurre al minimo il rischio di complicanze post operatorie. Un film lacrimale instabile, infatti, può compromettere la guarigione e la qualità visiva post-operatoria, causando fastidi prolungati e risultati meno soddisfacenti.

Valutazione pre-operatoria: cosa viene analizzato in caso di occhio secco

La valutazione dell’occhio secco prima di un intervento di chirurgia refrattiva avviene attraverso una serie di test approfonditi con cui è possibile:

  • accertare la presenza dell’occhio secco e valutarne la gravità;

  • individuare la causa del disturbo;

  • stabilire se il paziente è idoneo all’intervento laser agli occhi;

  • pianificare eventuali trattamenti preoperatori per attenuare il problema prima dell’operazione.

Alcuni degli esami strumentali più utilizzati includono:

  • test di Schirmer, per misurare la quantità di lacrime prodotte;

  • Break-Up Time (BUT), che valuta la stabilità del film lacrimale;

  • osmolarità lacrimale, utile a identificare alterazioni nella composizione delle lacrime;

  • analisi della superficie oculare e delle ghiandole di Meibomio, spesso coinvolte nei casi di secchezza.

Queste valutazioni sono indispensabili per decidere se il paziente è un buon candidato a tecniche laser occhi come la Femto-LASIK, una tecnica avanzata e precisa che prevede l’uso di un laser a femtosecondi per creare il flap corneale, riducendo il trauma e accelerando il recupero.

Quando l’occhio secco è un ostacolo?

In presenza di una secchezza oculare severa, l’intervento potrebbe essere sconsigliato o rimandato fino a una stabilizzazione del quadro. Fortunatamente, spesso si può intervenire con trattamenti mirati prima dell’operazione come:

  • uso regolare di lacrime artificiali;

  • terapie antinfiammatorie locali;

  • integratori alimentari a base di omega-3;

  • igiene palpebrale quotidiana e impacchi caldi.

In alcuni casi, misure come queste sono sufficienti per migliorare significativamente il film lacrimale e permettere di procedere con l’intervento laser occhi. In altri casi, la diagnosi di occhio secco porta il medico a scegliere trattamenti chirurgici come il tecnica SMILE, particolarmente adatti a preservare l’integrità corneale.

La letteratura scientifica conferma che oggi la chirurgia refrattiva ha senza dubbio un grado di sicurezza molto elevato, superiore al 99%, ma per ottenere il massimo dei risultati non si può prescindere da una valutazione preoperatoria dell’occhio secco personalizzata e attenta.

Soffri di occhio secco ma vorresti liberarti dei tuoi difetti visivi? Parlane con i nostri medici, lascia i tuoi dati qui e ti contatteremo al più presto per fissare una visita nelle cliniche del Gruppo Refrattivo Italiano.

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